Una domenica sera particolarmente uggiosa, un locale esternamente poco rassicurante (sembra un ex capannone industriale...), nome piemontese che tradotto significa "trattoria".
Di primo impatto il locale si presenta bene internamente, arredi curati, tipiche tovaglie a quadrettini bianchi e rossi sui tavoli ma l'ambiente e tutt'altro che rustico, risulta quasi "raffinato". Scegliamo un menù degustazione, quattro antipasti di modesta fattura, cucina casalinga senza pretese. Due primi: risotto con fonduta con riso un po' troppo cotto e fonduta molto leggera, agnolotti del "plin" al sugo d'arrosto gustosi ma chiaramente non fatti in casa. Come secondo: funghi fritti in apparenza porcini ma dal sapore indecifrabile nonostante la frittura ben fatta e non unta, arrosto a fettine molto morbido ma un po venoso e sughetto un po' sciatto. Buoni i dolci chiaramente fatti in casa e con molta cura (la panna cotta molto consigliata!). Fine cena con grappe e ammazza-caffè di vario genere rigorosamente offerti.
In conclusione: un ottimo posto per stomaci capienti e portafogli leggeri ma se cercate la qualità non abbiate troppe pretese. (costo medio a persona - Euro 25,00 vini compresi)
A. & M.